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Chi è Nuzio e come nasce la sua arte

Nasco a Treviso, nel 1957, da Antonino, un siciliano amante del bello (nonché uomo di grande generosità) e da Gesuina, donna veneta tutta d’un pezzo, forte, coraggiosa, dotata di viva intelligenza e di un amore materno sconfinato che la porta ad avere sei figli. Già alle elementari mi accorgo di avere una spiccata passione per il disegno: mi diverto a copiare con matita e foglio disegni di tutti i tipi – fumetti, paesaggi etc. – cercando la somiglianza con i soggetti.
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Nuzio Terrano

La recensione del critico Sirio Perin

E’ fuor di dubbio che è difficile, per chi vede per la prima volta le opere di Nuzio Terrano, non rimanerne accattivato. Ciò accade non per strane alchimie, ma per l’estremo mimetismo che i suoi quadri denunciano: l’adesione al reale da parte degli artisti, come del resto altre esigenze espressive, ha da sempre manifestato il desiderio inconscio di natura nell’uomo. In Nuzio Terrano va specificato che la propensione all’iperrealismo, come oggi è definita l’estremizzazione della mimesi.
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Arcere

Esposizioni e mostre

Ottobre 2012 " viaggi e miraggi " galleria Elle, Preganziol ( TV ) Collettiva

Aprile 2012 " Sguardi " Chiostro di San Francesco ( Treviso ), Collettiva

Aprile 2012 " 'na toeta per solidarietà " Treviso, Collettiva

Giugno 2011 Associazione R.O.B.I. Treviso, Collettiva
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Mostra

Opere recenti

Biografia

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Nasco a Treviso, nel 1957, da Antonino, un siciliano amante del bello (nonché uomo di grande generosità) e da Gesuina, donna veneta tutta d’un pezzo, forte, coraggiosa, dotata di viva intelligenza e di un amore materno sconfinato che la porta ad avere sei figli.

Già alle elementari mi accorgo di avere una spiccata passione per il disegno: mi diverto a copiare con matita e foglio disegni di tutti i tipi – fumetti, paesaggi etc. – cercando la somiglianza con i soggetti. Alle scuole medie apprendo le tecniche elementari del colore e ne rimango affascinato. Amo disegnare a matita e pastelli, sempre mirando alla verosimiglianza della riproduzione.

Le necessità mi portano presto al lavoro, che affronto ancora piccolo con serenità, consapevole di poter ricercare e affinare il gusto del bello anche nei lavori più semplici. Durante l’adolescenza dipingo alcune tele con i colori a tempera, nel tentativo di ricreare un effetto di luce viva come lo vedevo nei libri d’Arte.

Negli anni a seguire provo a dipingere a olio, ricorrendo soprattutto alle mie capacità di autodidatta, fino all’incontro con Ester, la quale, figlia di un pittore “vero”, mi esorta con forza a continuare. È lei stessa a convincermi a debuttare con una mostra, che cura personalmente.

Comincia così un nuovo periodo: confortato da vari riscontri, partecipo a diverse rassegne collettive e ripeto alcune personali, dalle quali ottengo le prime soddisfazioni sia in termini di critica sia di vendita.

Da appassionato di etnografia e culture altre, dipingo volentieri figure umane di paesi lontani ricorrendo a fotografie scattate da amici viaggiatori, oppure prendendo ispirazione e spunto da qualsiasi istantanea mi capiti tra le mani. Non disdegno, comunque, le nature morte e i paesaggi, che provo a trasportare su tela seguendo sempre lo stesso concetto, semplice ma efficace: «se posso immaginarlo già finito, allora posso anche riprodurlo».

Critica

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Nuzio Terrano

E’ fuor di dubbio che è difficile, per chi vede per la prima volta le opere di Nuzio Terrano, non rimanerne accattivato. Ciò accade non per strane alchimie, ma per l’estremo mimetismo che  i suoi quadri denunciano: l’adesione al reale da parte degli artisti, come del resto altre esigenze espressive, ha da sempre manifestato il desiderio inconscio di natura nell’uomo. In Nuzio Terrano va specificato che la propensione all’iperrealismo, come oggi è definita l’estremizzazione della mimesi (termine greco che significa imitazione della realtà e della natura), non si sfoga nella sola riproduzione fotografica, sebbene egli usi tale supporto per ricavare i suoi soggetti, ma diviene pretesto per una personale interpretazione che si focalizza su due istanze.

La prima, imperniata sul suo pacato e riflessivo modus vivendi, è la necessità di raccontare tramite i suoi dipinti l’uomo attraverso una lettura etnografica protesa a far emergere, in potenza, le ambientazioni ed i modi di vivere di popoli, spesso lontani da noi, per restituirne l’anima grazie ad  un’idea visiva sia dei luoghi sia delle persone.

La seconda, è la personale interpretazione che il pittore infonde nel dipinto: le immagini dei paesaggi e delle figure che egli ricava dalle fotografie, oltre ad essere usate  per motivi di comodità pratica e logistica, fungono da “proto-soggetti”, nei quali la mimesi assume una valenza identificativa interiore: le persone nei volti e nelle posture, gli oggetti come strumenti, monili e gioielli, accostati ad esse, ed i timbri pigmentosi degli sfondi subiscono delle mutazioni grazie a sottolineature e/o variazioni di particolari ritenuti più sensibili.

Questa modalità non è solo una comodità tecnica, ma, ampliata grazie alla modifica dei soggetti caratterizzati dalla stessa ambientazione e dalla stessa tematicità, permette al pittore di creare parti di un romanzo visivo, dai tratti verosimili che, una volta unite, compongono un variegato intreccio di vicende di una medesima trama.

Ma non è tutto. Il personale iperrealismo di Terrano è poi arricchito nelle sue peculiarità da una sottile velatura atmosferica capace di mutare la concretezza in percezione visiva della realtà, debordando, anche se lievemente, in un accennato romanticismo.

A ciò si accosta una estrema perizia, quasi lenticolare, nella definizione dei particolari pittorici, anche i più minuti, dal chiaro rimando al realismo seicentesco di matrice olandese.

Precisione, velature, ricerca del dettaglio, del realismo e della perfezione per Nuzio Terrano non sono solo mezzi pratici per dipingere, ma, su un piano ideale, divengono degli stimoli che gli  permettono di concretizzare nella mente l’immagine dei soggetti già finiti, pronti per essere inseriti in una delle tante storie lontane.

 

Siro Perin